Quando giunge l’autunno si inizia a parlare di vaccini antinfluenzali, spesso però senza conoscere realmente di cosa si sta parlando.

I virus influenzali vengono analizzati sotto diversi punti di vista, dagli studi delle eventuali modifiche genetiche che possono rendere tali virus più pericolosi, a quelli sui metodi di monitoraggio.

Nonostante l’enorme attenzione che i ricercatori impiegano verso questi agenti, c’è ancora molto da capire a riguardo.

Utilità

La vaccinazione antinfluenzale rappresenta un importante fattore di protezione, che porta a:

  • Riduzione del rischio di complicanze legate all’influenza.

  • Meno pressione sulle strutture ospedaliere in termini di costi sociali.

  • Facilitazione della diagnosi e della gestione dei casi sospetti a causa della sintomatologia simile al Covid-19.

Le persone a rischio

Vaccinarsi, almeno per le categorie più a rischio, è molto importante .

I piccoli da 0 a 6 anni andrebbero vaccinati contro l’influenza al fine di essere d’aiuto al medico e al complesso scolastico. È il primo step per tutelare i più piccoli e noi stessi.

Gli altri individui che dovrebbero vaccinarsi sono le persone con più di 65 anni, che hanno disturbi cardiovascolari, o che soffrono d’insufficienza respiratoria, bronchite cronica, asma, diabete, disturbi neurologici e simili, oltre ai professionisti della sanità.

Affidabilità ed effetti collaterali

L'efficacia dei vaccini antinfluenzali dipende dalla corrispondenza tra i virus isolati durante il corso della stagione precedente e quelli circolanti, che possono anche essere diversi, in quanto i virus tendono a rimescolarsi e a cambiare di anno in anno.

La qualità dei vaccini viene, in ogni modo, supervisionata durante tutto il corso della ricerca e della loro formulazione, coinvolgendo anche il periodo che viene dopo l’immissione in commercio.

Gli effetti indesiderati e collaterali ci sono, ma non intaccano per nulla l’effetto principale del farmaco utilizzato, che funziona con tutti gli individui che lo assumono.

Per tale ragione, molti medici ritengono che il vaccino antinfluenzale dovrebbe essere somministrato a tutti quelle persone che soffrono di malattie croniche respiratorie, cardiopatie congenite, diabete e altre malattie metaboliche o che portano a un indebolimento del sistema immunitario, in quanto il rischio di complicazioni in caso d’influenza (senza vaccinazione) è sicuramente superiore all’eventualità di gravi effetti collaterali provocati dalla vaccinazione.


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